In occasione del Salone del Libro di Torino, Mauro Biglino, con l’aiuto della dottoressa Elisabetta Soro, ha concluso il suo intervento con uno scoop: gli antichi egizi conoscevano gli spermatozoi.
Avevo fatto un breve post sulla mia pagina ufficiale di Facebook (non pensavo ci fosse bisogno di un approfondimento) dove spiegavo l’enorme cantonata presa dal prof. Biglino, ma sono stato accusato di essere stato “troppo superficiale”, e che quella era solo “la mia opinione”. Mi vedo costretto a fare un post più approfondito partendo proprio dal video dell’intervento di Biglino e della dottoressa Soro al Salone del Libro di Torino, in modo tale da evidenziare tutte le inesattezze.
Cronologia errata
Incominciamo col dire che entrambi non conoscono bene ciò di cui stanno parlando; nella prima diapositiva presentano una foto del tempio di Luxor, indicato come una struttura edificata dal faraone Amenhetep III. Fin qui nulla di strano. Peccato che la didascalia riporti la seguente dicitura: interventi successivi da parte di Hatshepswt, Amenophi III, Tutankhamon e Ramesse II.
Partiamo col dire che il nome del faraone che fece edificare i tempio è scritto in modo errato, si tratta infatti di Amenhotep III e non di Amenothep III. Ma questa semplice didascalia dimostra che il prof. Biglino e la dottoressa Soro non hanno le conoscenze basilari della cronologia dell’Antico Egitto né sono a conoscenza della grecizzazione dei nomi dei faraoni. Infatti, la regina Hatshepswt ha regnato come faraone dal 1478 al 1458 bce circa, il tempio di Luxor è stato edificato da Amenhetep III (1388 – 1349 bce). Mi spiegate come avrebbe fatto la regina Hatshepswt a fare interventi successivi su di un tempio che non ancora esisteva? Dopo Hatshepswt regnarono in ordine cronologico: Tuthmose III e Amenhetep II, per poi giungere ad Amenhetep III. Un errore basilare di cronologia che dimostra la non conoscenza dell’argomento trattato.
Sempre tra gli interventi successivi viene citato Amenophi III; ma il prof. Biglino e la dottoressa Soro ignorano che Amenophi non è altro che il nome grecizzato di Amenhetep… Altro errore elementare. La verità è che gli interventi postumi al tempio di Luxor furono effettuati da Tutankhamon, Horemheb, Ramesse II fino ad arrivare ad un “certo” Alessandro Magno.
Spermatozoi d’Egitto
E qui arriviamo al famoso spermatozoo individuato dalla dottoressa Soro e dal prof. Biglino.
Ancora una volta si evidenzia una totale ignoranza degli argomenti trattati. Il geroglifico in questione è classificato nella lista Gardiner come F17 e al minuto 2.34 il prof. Biglino dice che a prima vista potrebbe sembrare un “girino su uno stagno”…. Ma, andando avanti con le diapositive, al minuto 2.48 propone un’immagine che secondo lui chiarisce il “mistero”: poiché il geroglifico si trova di fronte ad un fallo eretto non ci sono dubbi che si tratti del “liquido spermatico” del dio Amin-Mon, una delle divinità egizie più antiche in assoluto, con relativo spermatozoo.
Ehm… andiamo con ordine. Provate a controllare un qualsiasi manuale di egittologia (ma vi consiglio il monumentale “Lexikon der ägyptischen Götter und Götterbezeichnungen” che raccoglie tutte le divinità egizie rinvenute negli scavi con relativa bibliografia), e scoprirete che il dio Amin-Mon non esiste! Infatti, la divinità rappresenta è il dio Min-Amon, frutto dell’identificazione del dio Amon con il dio Min a partire dalla XVIII Dinastia. Di conseguenza, il dio Min-Amon è una divinità “comparsa” dal 1550 bce in poi, con buona pace di “una delle divinità egizie più antiche in assoluto”. Se invece parliamo del dio Min, beh allora il suo culto risale al predinastico.
Al minuto 4.09 il prof. Biglino, dando per assodato che il geroglifico rappresenti il “liquido spermatico di Amin-Mon (sic!) con uno spermatozoo” si chiede: chi mai avrebbe potuto suggerire agli egizi l’esistenza degli spermatozoi nel 1300 bce?
Anche qui c’è un grossolano errore: la parete mostrata dal prof. Biglino per dimostrare la sua tesi rappresenta un certo Alessandro Magno, che arriva in Egitto nel 332 bce! Il prof. Biglino fa questo ragionamento: poiché il tempio è stato edificato da Amenhetep III (1388-1349 bce), allora tutto risale a quell’epoca. Mi spiegate come faceva Amenhetep III a rappresentare Alessandro Magno 1000 anni prima??? Ecco, questi errori grossolani derivano da una scarsa conoscenza della storia egizia e soprattuto dei geroglifici.
Infatti, sulla parete mostrata nella diapositiva incriminata è scritto tutto, basta saperlo leggere. Andiamo ad analizzare la parete.
Innanzitutto quando si analizzano i rilievi egizi bisogna saper distinguere le immagini dal testo. Nella FIG1 ho inserito il disegno della parete utilizzando colori diversi: il nero per le immagini; rosso, giallo, blu e verde per il testo. Più avanti vedremo perché ho usato colori diversi per il testo.
Errore di interpretazione
La FIG2 mostra uno zoom del geroglifico incriminato e si vede benissimo che la linea che dovrebbe rappresentare il liquido seminale non proviene direttamente dal pene del dio Min-Amon, poiché è già presente un tratto che proviene dalla punta del fallo e che effettivamente rappresenta il seme. Infatti, quello che il prof. Biglino scambia per “liquido seminale con spermatozoo annesso”, in realtà è un geroglifico ben conosciuto, classificato com F17 e che rappresenta un “vaso da libagione” che versa acqua incrociato con un “corno di bue”. Inoltre, questo geroglifico fa parte del testo in colonna che ho evidenziato con il colore blu e che inizia in alto con un “occhio” ed un “pezzo di pane”. Il fatto che il geroglifico F17 sia davanti al pene eretto e che la punta del corno punti verso il glande è un puro caso. Gli antichi egizi infatti orientavano i geroglifici in base alle immagini a cui facevano riferimento. Se guardate bene la FIG1 le iscrizioni che ho evidenziato con il rosso e il blu fanno riferimento al faraone che guarda a destra; tutti i geroglifici sono rivolti quindi a destra, lo si capisce molto bene dai simboli che rappresentano animali e persone che hanno il volto girato a destra. Le iscrizioni evidenziate in giallo e verde fanno riferimento al dio Min-Amon che guarda invece a sinistra; bene, tutti i geroglifici sono orientati verso sinistra. Di conseguenza, se il faraone avesse avuto lo sguardo rivolto a sinistra, il geroglifico F17 sarebbe stato orientato con la punta del corno verso sinistra, perdendo la sua connessione con il pene eretto; ma la dinamica della scena rappresentata ha permesso questa singolare associazione che resta però puramente visiva. Non a caso, il testo della colonna in verde è stato posto sotto al pene del dio Min-Amon, non essendoci spazio sopra.
Cosa dice il testo
Ma basta leggere il testo per rendersene conto, andiamo a vedere cosa c’è scritto, per la traslitterazione userò il MdC:
Colonna 1 – Tras. | nswt bity nb tAwi nb irt xt sA Ra nb xaw Imn Ra xnty ipt.f mry
Colonna 1 – Trad. | Il Re Duale, il Signore delle Due Terre, il Signore dei Rituali (lett. delle cosa da fare), , il Figlio di Ra, il Signore delle Apparizioni , amato da Amon-Ra, il primo del suo harem (i.e. Luxor)
Colonna 2 – Tras. | nb tAwi nb xaw
Colonna 2 – Trad. | il Signore delle Due Terre , il Signore delle Apparizioni
Colonna blu – Tras. | irt(.i) abw m di TAw nw SmAw
Colonna blu – Trad. | Io faccio una purificazione con 5 grani d’incenso del Sud (i.e. Alto Egitto)
Colonna gialla – Tras. | Imn Ra kA Mwt.f xnty ipt.f
Colonna gialla – Trad. | Amon-Ra, il Toro di sua Madre (uno degli appellativi di Min-Amon), il primo del suo harem (i.e. Luxor)
Colonna verde – Tras. | (r)di n(.i) n.k aHaw n Ra n pt
Colonna verde – Trad. | Io ti ho concesso tutta la vita di Ra nel cielo
I testi tradotti contengono al loro interno delle regole grammaticali che confermano il loro legame con le immagini; ad esempio nell’iscrizione il soggetto dell’azione “fare una purificazione” è omesso perché il soggetto è il faraone stesso, rappresentato mentre svolge il rituale. Stessa cosa per il soggetto di “concedere”, omesso nel testo perché presente a fianco, il dio Min-Amon.
Il prof. Biglino sostiene che il geroglifico F17 rappresenti “liquido spermatico con spermatozoo annesso” esclusivamente basandosi su questa singola immagine, dove, come ampiamente dimostrato, la posizione del geroglifico davanti al pene di Min-Amon è puramente casuale. Il prof. Biglino non prende minimamente in considerazione il fatto che questa immagine risale al IV sec. bce., mentre il geroglifico F17 è ampiamente attestato sin dal Medio Regno.
Ma abbiamo già visto che il prof. Biglino ignora completamente la cronologia dell’Antico Egitto, commettendo errori grossolani. Inoltre, il vaso da libagione che versa acqua è ben conosciuto e classificato come W54; in F17 ci viene mostrato incrociato con un corno di bue, ma lo possiamo ritrovare con altri simboli: in D60 è posto su una gamba; in A6 sulla testa di un uomo; in W57 con una ciotola. Addirittura il geroglifico W55 mostra due versamenti d’acqua che, stando alla tesi del prof. Biglino, dovrebbe essere uno spermatozoo don due code; per non parlare dello spermatozoo sulla testa dell’uomo o su di una gamba…
Facciamo finta che…
Il problema è che non si può interpretare dei simboli antichi senza conoscere il contesto in cui sono stai ideati. Il prof. Biglino gioca con il suo “facciamo finta che”, e allora giochiamo.
Facciamo finta che fra 10.000 anni della nostra civiltà sia rimasto l’equivalente di ciò che oggi abbiamo della cultura egizia. Il Biglino del futuro osserva una scultura (FIG 3) che rappresenta un uomo con collo lungo, viso estremamente allungato, bocca molto piccola, occhi stretti e lunghi, orecchie e naso esageratamente grandi. In una conferenza presenta le foto di questo reperto come la prova che 10.000 anni prima sulla Terra ci fosse una razza aliena che tramava alle spalle dell’intera popolazione mondiale: gli elohim. Uno storico dell’arte del futuro fa notare al Biglino del futuro che si tratta semplicemente di una corrente artistica che portava alla realizzazione di figure stilizzate ed esageratamente allungate; in particolare la scultura in questione era stata realizzata da un artista di nome Modigliani. Ma il Biglino del futuro non cede e porta avanti la sua tesi sulla base del nulla.
È la stessa storia dello “spermatozoo”; ignorare testi, cronologie, simbolismo e vedere qualcosa che non esiste.
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Complimenti ! …. ma se non è uno spermatozoo…. di cosa si tratta ? Non può essere un ornamento artistico …..è talmente fuori luogo che lo vedevano anche 5mia anni fa
cordiali saluti
Gentile Stefano, non è un ornamento artistico, ma un geroglifico che fa parte del testo in colonna da me evidenziato. Si trova in quel punto per puro caso. Infatti in molte altre rappresentazioni il dio Min-Amon pur avendo il fallo eretto non haquel geroglifico davanti 😉 Un saluto
Per non dire che questa sorta di ornamento chiamiamolo così viene raffigurato in varie scale, addirittura appare della stessa grandezza della figura umana
Il geroglifico incriminato è catalogato come F17 e rappresenta un vaso da libagione che versa acqua incrociato con un corno di bue.
Ho seguito con interesse di Egittofilo lo scambio di osservazioni tra te e il prof Barbetta. Faccio una osservazione sulla sequenza ir.t abw m 5….. Questa non è affatto rara, né è lo spazio a disposizione a condizionare questa scriittura. Altri esempi , con numeri diversi testimoniano che questo modo di scrivere era, se non corretta, usata spesso. Ho casistica fotografica a disposizione.
Cordiali Saluti
Nico.
Mi volete spiegare perché i sacerdoti delle lampade di Kundera venivano rappresentati con sei dita nelle mani e nei piedi?
Kundera? Intende per caso Dendera?
Amenothep o Amenhotep non capisco dov’e’ il problema. Attaccare una persona solo per una “h” e veramente puerile. Da questo capisco che il Prof. Biglino e nel giusto.
Gentile Francesco, evidentemente non ha letto bene il mio articolo. Innanzitutto l’errore madornale di Biglino è nell’interpretazione del geroglifico che evidentemente non conosce. A dimostrazione della sua ignoranza in materia commette altri errori banali che uno studente al primo anno di università non commetterebbe mai. Non sa che Amenohpis III è il nome greco di Amenhetep III… Quindi non si tratta di “h” ma della totale non conoscenza della cronologia egizia, come per l’errore marchiano su Hatshepsut. Se ha tempo le consiglio il mio video di risposta 😉 È un po’ lungo ma forse aiuta a capire meglio. Lo può vedere al seguente link: https://youtu.be/jkNGmDlAd5o Cordiali saluti. Pasquale Barile
Ho notato che in tutte le rappresentazioni dello “spermatozoo” la coda ha sempre un andamento ad arco monotóno. Mai un andamento a “esse” come nelle foto mostrate da Biglino per confronto. Può essere una ulteriore conferma del granchio di Biglino?
Certo! Biglino non conoscendo i geroglifici ha visto qualcosa a lui familiare, ma purtroppo per lui non esatto.
Gentile Pasquale Barile, il caro prof. Biglino e’ un esperto/studioso della Bibbia quindi gli do’il massimo dei voti per la sua chiara ed indiscitubile spiegazione di quel libro. A riguardo dell’egittologia sappiamo benessimo che il prof. Biglino non e’ un esperto in questa materia, il quale aiutato da altri studiosi cerca di dare una rappresentazione di alcuni geroglifici egiziani relativi al periodo della Bibbia, quindi attaccare il prof. Biglino in quel modo non e’ il caso. Considerando la tua conoscenza e tuoi studi egittologici di un certo livello, discuti e chiarisci di queste anomalie di interpretazione direttamente con il Prof. Grazie.
Gentile Antonio, io sono sempre disponibile al confronto e ad aiutare, ma il prof. Biglino, dopo questo mio articolo, ha continuato sulla sua strada, accusandomi anche in un suo video. Qui può trovare la mia risposta: https://www.youtube.com/watch?v=jkNGmDlAd5o
Lei che è un’esperto di Egittologia, fa parte di quella categoria che sostiene che le piramidi sono tombe?? E che sono state costruite dall’ uomo in 20 anni ?? Grazie in anticipo per le sue risposte… un cordiale saluto..
Gentile Jonathan, ci vorrebbe un video per parlare solo di questo argomento. Ma in breve si, le piramidi sono allo stesso tempo tombe e templi a cielo aperto per garantire l’immortalità al faraone. Gli antichi egizi li definivano “Templi di milioni di anni”, dove per “milioni” intendevano eternità. Non soffermiamoci però solo sulle piramidi di el-Gizah. Per iniziare un approfondimento le consiglio il seguente testo: “The complete pyramids” di Mark Lehner. Grazie per il commento
Salve, sono convinto delle sue competente riguardanti la materia, lei ha dato delle spiegazioni chiare a suffragio della sua tesi, sarei stato solo più cortese col prof. Biglino e la dottoressa, se le sue spiegazioni sono vincenti non ha bisogno di accusare di totale ignoranza nessuno.
Cordiali saluti
Gentile Paolo, la mia risposta, forse un tantino piccata, deriva dal modo in cui sono stato trattato nel video a cui faccio riferimento. Nei suoi interventi, Biglino ha dimostrato di non conoscere gli argomenti di cui parla, con errori banali. Tutto qui.