Il 4 giugno debutterà su National Geographic (Sky 403) una nuova serie dal titolo Mummie: misteri nelle piramidi.
Il documentario racconterà l’eccezionale scoperta effettuata dal team di archeologi guidato dal dr. Ramadan Hussein dell’università tedesca “Eberhard Karls” di Tubinga, in collaborazione con il Ministero delle Antichità egiziano.
La grande scoperta
Un complesso funerario con diverse aree dedicate alla mummificazione. Questa la grande scoperta fatta da un team composto da vari specialisti:
- Salima Ikram, egittologa, dell’Università Americana del Cairo
- Stephen Buckley, esperto di mummie, dell’Università di York
- Matthias Lang, archeologo digitale, dell’Università di Tubinga
- Ayman Hamed, geoingegnere, dell’Università di Suez
- Sahar Saleem, paleoradiologo, dell’Università del Cairo
L’area, risalente alla XXVI Dinastia (664-525 bce), si trova a Saqqara a 12,5 m sotto il livello del terreno, e per raggiungerla è stato necessario rimuovere circa 38 tonnellate di sabbia dal pozzo che ad esse conduceva. La camera sottostante era un vero e proprio laboratorio di mummificazione. Gli antichi egizi avevano infatti costruito condotti di areazione e scavato canali di drenaggio nella roccia per convogliare il sangue. All’interno della stanza era presente anche un grande bruciatore d’incenso per “condizionare” l’aria della stanza che, immaginiamo, non doveva essere molto salutare. Legato a questa struttura si trova un pozzo profondo 30m che conduce ad un gruppo di 6 tombe contenenti 54 mummie.
Grandi novità
All’interno delle tombe il team guidato dal dr. Hussein ha rinvenuto anche una maschera funeraria d’argento. Si tratta di una scoperta molto importante, poiché in Egitto l’argento era molto più prezioso dell’oro, essendo raro. Inoltre, la spettrofotometria XRF ha stabilito che l’argento è puro al 99,07%!
Sempre nelle camere funerarie una della mummie presenta una sepoltura del tutto nuova: è stata sepolta con 6 vasi canopi. Si tratta del primo caso in assoluto, visto che sino ad ora la “norma” erano 4 vasi. Novità arrivano anche dal punto di vista religioso. Sono state infatti ritrovate tre mummie di sacerdoti della dea serpente Niut-Shaes, un culto sino ad ora poco sconosciuto. Due dei sacerdoti sono libici, ulteriore prova di una società cosmopolita, soprattutto a nord. Tra l’altro, la XXVI Dinastia è quella della fondazione del’emporio greco di Naukratis.
Archeotech
L’utilizzo massivo delle nuoce tecnologie ha permesso di effettuare numerose scoperte senza danneggiare i reperti. Tutte le analisi sono state non invasive, assicurando la conservazione ottimale delle aree e dei resti umani ed arcehologici. Uno scanner laser 3D ha mappato completamente la superficie della tomba. I risultati saranno utilizzati per realizzare una ricostruzione virtuale della tomba , permettendo quindi l’accesso a chiunque.
All’interno dell’area dedicata alla mummificazione erano presenti diversi vasi con etichette contenenti il materiale necessario per la mummificazione. Uno di questi contiene una resina di cedro proveniente con ogni probabilità dal Libano. L’etichetta di questo vaso riporta il termine egizio “ntyw”, tradotto da sempre con “mirra” ma che probabilmente indicava proprio questa particolare resina. Gli altri vasi contenevano bitume, oli di cedro, oliva e ginepro, grasso animale, resina di pistacchio, e cera d’api.
Gli ingredienti ci sono tutti: archeologia, mistero, mummie, nuove tecnologie, grandi scoperte, esplorazione. Non ci resta che aspettare giovedì 4 giugno alle ore 20,55 e gustarci questo nuovo documentario firmato NG.
Photo Credits | National Geograpchi/Piers Leigh | Eberhard Karls Universität Tübingen | Ministry of Tourism and Antiquities
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