Uno studio multidisciplinare effettuato su alcune mummie di babbuino aiuterebbe a localizzare la mitica terra di Punt.
Per più di mille anni la terra di Punt è stata una meta commerciale imprescindibile per gli antichi egizi. Da qui provenivano tutte le ricchezze e le “stranezze” che servivano a placare i capricci della corte e l’ira degli dèi. Incenso, oro, pelli di leopardo, pigmei e babbuini erano richiestissimi dalla nobiltà egiziana. Tuttavia, il viaggio per raggiungere Punt era lungo e irto di pericoli. Non a caso le spedizioni andate a buon fine venivano celebrate come dei veri e propri eventi, scolpite nella pietra sulle facciate dei templi.
Lo studio dei babbuini
Ma dove si trovava questa mitica terra di Punt? Per oltre un secolo gli studiosi hanno cercato d’individuare la posizione geografica, restringendo l’area tra il Corno d’Africa e l’Arabia. Uno studio condotto dai Dipartimenti di Antropologia e Scienze Biologiche del Dartmouth College, a cui ha partecipato anche l’egittologa Salima Ikram, forse permette di restringere il cerchio. La ricerca ha interessato alcune mummie di babbuino risalenti al Nuovo Regno e al periodo Tolemaico. Questo animale, in particolare la specie Papio hamadryas, era considerato sacro a molte divinità, fra cui il dio della conoscenza Thoth. Sono documentate sepolture di babbuino si dall’epoca predinastica, come quelle di Nekhen (3750-3550 bce).
Lo studio si basa sugli isotopi di stronzio e di ossigeno. Il primo, trovandosi nelle rocce, a causa dell’erosione viene assorbito dal suolo e dall’acqua, entrando quindi nel ciclo alimentare. Di conseguenza, denti, capelli e ossa degli animali presentano una sorta di firma geografica, permettendo di capire il luogo dove hanno vissuto nel passato più recente. L’ossigeno è molto importante nel caso dei babbuini, animali soggetti al cosiddetto “bere obbligato”. Infatti, in condizioni di estremo caldo, i babbuini sudano molto e sono costretti a reintegrare i liquidi continuamente. Anche in questo caso la presenza dell’isotopo di ossigeno permette di ottenere una mappatura geografica. La presenza in questi animali di canini molto sviluppati ha permesso di avere un ottimo materiale per l’estrazione degli isotopi interessati.
I risultati
Come confronto sono stati analizzati 155 campioni di tessuto provenienti da babbuini moderni, che vivono nei luoghi indicati come la possibile locazione di Punt. Le analisi effettuate sui babbuini del Periodo Tolemaico, non hanno rivelato grandi informazioni. Gli isotopi presenti sono infatti quelli che si possono ritrovare in Egitto. È comunque un risultato importante, poiché suggerisce un tentativo di allevamento di babbuini in cattività.
I babbuini del Nuovo Regno hanno restituito invece risultati degni di nota. Gli isotopi di stronzio e ossigeno suggeriscono chiaramente un’origine non egiziana degli animali. Il confronto con gli esemplari moderni ha ristretto l’area di provenienza in una zona compresa fra Eritrea, Etiopia e Somalia. Era questa la mitica terra di Punt?
Sicuramente un indizio in più sulla sua possibile localizzazione, ma attendiamo ulteriori dati per poter dare una risposta definitiva. In ogni caso la ricerca mette in evidenza le grandi capacità di navigazione degli antichi egizi, che circa 4000 anni fa erano in grado di navigare su grandi distanze.
Photo Credits ©The Trustees of the British Museum, ©William Scavone, Kestrel Studios, ©Rijksmuseum van Oudheden, ©Nathaniel J Dominy
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