Un gruppo di ricercatori ha ricostruito il suono della voce di una mummia egizia! Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, è stato condotto sul corpo di Nesyamon, sacerdote del tempio di Karnak durante il regno di Ramesse XI (1099-1069 bce).
La ricerca, coordinata da David Howard (University of London), fa parte del progetto “Voices from the Past“. Il punto focale è che ogni individuo produce un suono unico che dipende strettamente dalle misure del tratto vocale. Di conseguenza, potendo stabilire con esattezza questi valori, è possibile sintetizzare i suoni utilizzando una stampa 3D della laringe ed una sorgente sonora elettronica. Tuttavia, affinché questo metodo possa funzionare è necessaria quindi la perfetta conservazione dei tessuti molli. Se per i resti scheletrici questo è impossibile, per quanto riguarda quelli mummificati le possibilità di applicazione aumentano. Le tecniche di mummificazione degli antichi egizi hanno raggiunto in alcuni casi delle vette incredibili, permettendo una conservazione “perfetta” dei tessuti molli.
Il sacerdote Nesyamon
Il corpo di Nesyamon è conservato presso il City Museum di Leeds. Di sicuro questo antico sacerdote non avrebbe mai immaginato che il suo corpo sarebbe diventato un pioniere della ricerca sulle mummie. Nel 1824 infatti, la mummia fu sbendata ed esaminata dai membri della Leeds Philosophical and Literary Society, fra cui tre chirurghi e un chimico. La ricerca, pubblicata nel 1828, fu la prima del suo genere. Inoltre, nel corso degli anni la mummia è stata sottoposta a diverse analisi che hanno permesso di ricostruire un quadro completo. Nesyamon è morto intorno ai 55 anni; in vita soffriva di gravi malattie gengivali che, in seguito ad infezioni più pesanti, probabilmente lo hanno portato alla morte. Le analisi hanno anche dimostrato che aveva origini nubiane.
Una voce dal passato
La mummia di Nesyamon non presentava particolari problemi. La struttura della laringe e della gola erano in ottimo stato di conservazione, consentendo la misurazione del tratto vocale. Naturalmente gli altri organi coinvolti nell’articolazione dei suoni, anche se presenti, erano del tutto disidratati. La mummia è stata sottoposta ad una CTscan, tomografia computerizzata, in modo tale da avere un modello digitale della laringe. In seguito alle misurazioni, il tratto vocale di Nesyamon è risultato essere decisamente più piccolo rispetto a quello di un maschio adulto di oggi: 81,4 mm rispetto a 103,6/111 mm. Il tratto vocale è stato quindi stampato in 3D in modo tale da essere utilizzato con il Vocal Tract Organ, che simula una laringe acustica. Il suono ottenuto è una vocale a metà strada fra quelle contenute nelle parole inglesi “bed” e “bad”.
Naturalmente tutto ciò non fornisce una base per un’articolazione completa. Per fare questo bisognerebbe conoscere le precise articolazioni del tratto vocale oltre che le caratteristiche della lingua egizia, che presenta diverse difficoltà di difficile soluzione.
Tuttavia, il suono ottenuto è stato confrontato con le vocali moderne, ottenendo ottime corrispondenze, a dimostrazione della bontà della ricerca e dei suoi futuri sviluppi.
Foto ©Leeds Teaching Hospitals/Leeds Museums and Galleries.
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