Un nuovo studio, condotto da Zahi Hawass e Sahar Saleem, rivela le circostanze della morte del faraone Seqenenra Taa II.
I dominatori Hyksos e la riconquista
Uno dei periodi più difficili della storia egizia è conosciuto come II Periodo Intermedio (1630-1539 bce). Gli Hyksos, provenienti dalla Palestina, si insediano nel nord del paese, divenendo di fatto i nuovi padroni. Gli egizi conservarono il potere nei pressi di Tebe, ma la sottomissione agli invasori era evidente.
Durante la XVII Dinastia, in Egitto incomincia a fermentare un sentimento patriottico, che ha come obiettivo la riconquista del paese. Il faraone Seqenenra Taa incarna perfettamente questo spirito, iniziando una disputa a distanza con il re Hyksos Apophis. La corrispondenza fra i due re contiene veri e propri pretesti che hanno il solo scopo di scatenare una guerra, probabilmente decisiva. Gli Hyksos, che avevano stabilito la loro capitale ad Avaris, da tempo sognano di completare la conquista, annettendo i territori meridionali. Per facilitare i piani, cercano alleanze con i nemici storici dell’Egitto, i Nubiani. Dall’altra parte, la famiglia reale di Tebe progetta di ristabilire la Maat, tornando a governare sulle Due Terre. In una lettera, Apophis fa sapere a Seqenenra Taa che di notte non riesce a dormire; il tutto a causa di un gruppo d’ippopotami che facevano “troppo rumore” in una piscina a Tebe. È utile notare che Tebe si trovava a circa 644 km di distanza dalla capitale Hyksos… Giungere allo scontro è solo questione di tempo.
Seqenenra Taa scaglia un’offensiva contro gli Hyksos, ma viene sconfitto e ucciso in battaglia. L’erede al trono, Kamose, lancia una seconda offensiva dalla quale però ne esce sconfitto e ucciso in battaglia. Stessa sorte del padre. Sarà il secondo figlio di Seqenenra Taa, Ahmose, a sconfiggere definitivamente gli Hyksos e a ristabilire il dominio egizio sulle Due Terre, fondando la XVIII Dinastia.
Il ritrovamento
Della mummia di Seqenenra Taa si persero le tracce fino al 1881 quando, nel nascondiglio di Deir el-Bahari, furono ritrovate una serie di mummie reali nascoste dai sacerdoti per evitarne il saccheggio. Fra i corpi ritrovati, uno riportava sulle bende di lino il nome del faraone Seqenenra Taa. La mummia fu identificata da Gaston Maspero, all’epoca direttore generale delle Antichità. Il medico Daniel Fouquet si occupò dello sbendaggio. Le testimonianze parlano di un forte odore di decomposizione, poiché il corpo era stato mummificato solo parzialmente e il corpo era in parte putrefatto. Inoltre, erano presenti evidenti ferite alla testa, che indicavano una morte violenta.L’analisi ai raggi X effettuata negli anni ’60 confermò la presenza di 5 ferite traumatiche concentrate sulla testa. Il corpo non presentava quindi altro tipo di ferite.
Un nuovo studio
Lo studio effettuato con la tomografia computerizzata ha permesso di aggiungere ulteriori elementi che gettano nuova luce sulla morte di Seqenenra Taa. Come evidenziato dalle precedenti analisi, la testa presenta 5 ferite gravi:
- frattura trasversale della fronte
- frattura aperta sul sopracciglio destro
- trauma conclusivo al naso e all’orecchio destro
- taglio sulla guancia sinistra
- ferita sotto l’orecchio sinistro verso la base del cranio
La tomografia ha però evidenziato ulteriori ferite sfuggite agli studi precedenti. In particolare, una serie di ferite sul lato destro del cranio. Le ferite sono state confrontate con le armi Hyksos conosciute e conservate presso il Museo Egizio del Cairo. Un’ascia da battaglia, un bastone, una lancia e un pugnale potrebbero essere state le armi che Seqenenra Taa vide prima di morire. Ma come è morto il faraone?
Un particolare emerso durante lo studio, potrebbe essere determinante. Le mani del faraone sono piegate e le dita contorte in una posizione insolita. Inoltre, le braccia non sono incrociate sul petto, come da tradizione. Una serie di indizi quindi, che lasciano pensare a una vera e propria esecuzione.
La morte del faraone
Seqenenra Taa fu catturato durante la battaglia e successivamente giustiziato. In ginocchio e con le mani legate dietro alla schiena, il faraone fu colpito da diverse persone con diverse armi. Un violento colpo di ascia lo colpisce sulla fronte, facendolo cadere a terra riverso sul lato destro. La lama di un’ascia lo raggiunge sull’occhio destro, mentre una bastonata gli frattura il naso. Un terzo colpo d’ascia ferisce la guancia sinistra, mentre l’ennesimo aggressore infilza una lancia alla base del cranio, vicino all’orecchio sinistro. I soldati Hyksos si accaniscono sul corpo, ormai senza vita, del faraone. Con un calcio, il cadavere viene rotolato sul lato sinistro e gli aggressori infliggono diverse ferite sul lato destro del volto con un pugnale.
Il corpo abbandonato inizia a decomporsi, e quando gli egizi lo recuperano, le sue condizioni non sono delle migliori. Tuttavia, i sacerdoti egizi fanno di tutto per restituire un aspetto regale al faraone. Le ferite meno evidenti sul lato destro vengono coperte con uno spesso strato di materiali per la mummificazione. Purtroppo, non riescono a sistemare le ferite più gravi e soprattutto a posizionare le braccia incrociate sul petto. Infatti, essendo i polsi legati dietro la schiena al momento della morte, i muscoli contratti si erano irrigiditi subito dopo la morte; una condizione nota come “spasmo cadaverico”.
La morte violenta del faraone generò una reazione d’orgoglio nel popolo egizio, che di lì a poco riconquisterà l’Egitto.
Photo credits © Frontiers/Zahi Hawaas/Ministry of Antiquities
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